Sono storie di questi anni, STORIE di resistenza.

Resistenza alle razzie dei Pochi d’ogni spazio di esistenza e riflessione comune,
alle continue privazioni ed allo sfacelo degli insuccessi umani.

Resistenza ai canti di sirena del malaffare:
dalle rassicuranti nenie ipnotiche ai ritornelli accattivanti;
dai travolgenti ritmi di pistole e manganelli al suono atono dei tanti isolamenti.

Resistenza, ancora, alle pastoie di un presente sempre fine a se stesso e mai pago,
svuotato di qualsiasi ulteriore significato.

Ed infine, resistenza all’odio che non è pratico né poetico
e porta solo ad un tragico epilogo.

e-mail del 08/01/2008 a Rosina (dolce, attenta e colta curatrice di mostre)

Quando si era posto il problema di cogliere un elemento di unione tra le vedute e i bagnanti tu, istintivamente, vi avevi colto l'elemento dell'acqua, del mare. mare che ritaglia la terra, avvolge la puglia e pare riesca ad arginare, ed è solo una illusione, la voracità umana.
acqua che , nelle nostre immersioni, ci avvolge, accoglie e ingloba lasciandoci liberi nei movementi, liberi di incontrare, sfiorare scontrare, altri corpi sospesi.
dopo averlo tanto osservato il mare, durante la realizzazione delle vedute, avevo probabilmente bisogno di calarvi i piedi, le gambe , il busto, toccarlo ed allora sono nati i bagnanti, figure sospese, a metà.



dopo l'esposizione di settembre, per problemi di carattere pratico ma anche perchè dovevo riflettere un po su quel che avevo fatto e stavo facendo, ho interrotto la produzione di dipinti ed ho ripreso foglio e matita e poi penna. ho ripreso un vecchio schizzo raffigurante un branco di pesci, disegnato con una sola linea spezzata e chiusa, ed ho iniziato a lavorare su alcune varianti dello stesso.
ancora una volta, e senza che ci fosse un progetto alla base, senza un programma, ho attinto a piene mani dal mare, mi ci sono tuffato calandomi nei suoi, nostri, abissi. vediamo un po cosa uscirà!

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